venerdì 25 ottobre 2013

Vino Denominazione di origine controllata e garantita

Denominazione di origine controllata e garantita

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La denominazione di origine controllata e garantita, nota con la sigla DOCG, è un marchio di origine italiano che indica al consumatore l'origine geografica di un vino.
Il nome della DOCG è indicato obbligatoriamente in etichetta e consiste o semplicemente nel nome geografico di una zona viticola (ad esempio Barolo, comune in provincia di Cuneo o Carmignano, comune in Provincia di Prato), o nella combinazione del nome storico di un prodotto e della relativa zona di produzione (ad esempio Vino Nobile di Montepulciano, il nome con cui è noto storicamente il vino prodotto a Montepulciano, in provincia di Siena).

Requisiti di un vino DOCG

La categoria dei vini DOCG comprende i vini prodotti in determinate zone geografiche nel rispetto di uno specifico disciplinare di produzione, approvato con Decreto Ministeriale. In effetti, però, la procedura per il riconoscimento delle denominazioni è profondamente cambiata dal 2010 in seguito all'attuazione della nuova normativa europea (Reg. Ce 479/2008, "Nuova OCM Vino", recepito in Italia con il Decreto Legislativo 61 del 8 aprile 2010 in vigore dal 11 maggio 2010). Tra le altre cose, la nuova legge ha portato in sede comunitaria la prerogativa di approvazione delle denominazioni. Da allora la classificazione DOCG, così come la DOC, è stata ricompresa nella categoria comunitaria DOP.
Le DOCG sono riservate ai vini già riconosciuti a denominazione di origine controllata (DOC) da almeno cinque anni che siano ritenuti di particolare pregio, in relazione alle caratteristiche qualitative intrinseche, rispetto alla media di quelle degli analoghi vini così classificati, per effetto dell'incidenza di tradizionali fattori naturali, umani e storici e che abbiano acquisito rinomanza e valorizzazione commerciale a livello nazionale e internazionale.
Tali vini, prima di essere messi in commercio, devono essere sottoposti in fase di produzione ad una preliminare analisi chimico-fisica e ad un esame organolettico che certifichi il rispetto dei requisiti previsti dal disciplinare; l'esame organolettico inoltre deve essere ripetuto, partita per partita, anche nella fase dell'imbottigliamento. Per i vini DOCG è infine prevista anche un'analisi sensoriale (assaggio) eseguita da un'apposita commissione; il mancato rispetto dei requisiti ne impedisce la messa in commercio con il marchio DOCG.
Inoltre, la legislazione prevede che le DOCG abbiano facoltativamente (sulla scorta di quello che succede da secoli in Francia con la classificazione legale, di tipo gerarchico-qualitativa, dei cru) una ulteriore segmentazione in alto in sottozone (comuni o parti di esso) o micro zone (vigneti o poco più). In Italia, vi sono alcune DOCG che prevedono questa segmentazione che va considerata come classificazione a sé, ovvero la punta della piramdide qualitativa anche perché, legalmente parlando, sono sottodenominazioni a tutti gli effetti.

Elenco di vini DOCG

Si riporta di seguito l'elenco dei 74 vini DOCG italiani (aggiornati al 19 ottobre 2011) suddivisi per regione[1]:

Abruzzo

Basilicata

Campania

Emilia-Romagna

Friuli-Venezia Giulia

Lazio

Lombardia

  • Moscato di Scanzo o Scanzo (passito) prodotto nella provincia di Bergamo esclusivamente nel solo Comune di Scanzorosciate. Note: è la più piccola Docg d'Italia con 39 produttori e 31 ettari di superficie vitata
  • Lugana (bianco),Lugana Superiore, Lugana Riserva, Lugana vendemmia tardiva, Lugana spumante, vino bresciano ottenuto dal vitigno Turbiana. Le uve di provenienza sono ubicate in territorio bresciano per circa il 75% e in territorio veneto per circa il 25%.

Marche

Piemonte

Puglia

Sardegna

Sicilia

Toscana

Umbria

Veneto

Note

  1. ^ Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali: elenco vini D.O.C.G.

Voci correlate

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