Mytilus galloprovincialis
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
|
|
---|---|
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Bilateria |
Superphylum | Protostomia |
(clade) | Lophotrochozoa |
Phylum | Mollusca |
Subphylum | Conchifera |
Classe | Bivalvia |
Ordine | Mytiloida |
Famiglia | Mytilidae |
Genere | Mytilus |
Specie | M. galloprovincialis |
Nomenclatura binomiale | |
Mytilus galloprovincialis Lamarck, 1819 |
Indice
Morfologia
È un mollusco lamellibranco, dotato cioè di branchie a lamelle che assorbono l'ossigeno per la respirazione e che trattengono contemporaneamente il cibo per l'alimentazione, costituita soprattutto da plancton e particellato organico in sospensione.La valva, composta principalmente da carbonato di calcio, si presenta esternamente di colore nero o nero-viola, con sottili cerchi d'accrescimento radiali e concentrici verso la parte appuntita; internamente si presenta invece di colore madreperla, ma con una superficie liscia. Le due valve sono tenute insieme da una cerniera con tre o quattro dentelli.
La forma è grossolanamente quadrangolare, con il margine valvare arrotondato da un lato e appuntito e leggermente incurvato dall'altro.
Una volta aperto, il mollusco mostra il mantello che contiene tutti gli organi interni, tra cui quelli riproduttivi.
La distinzione tra i due sessi è possibile grazie all'osservazione del colore del mantello stesso, il quale, una volta raggiunta la piena maturità sessuale, si presenta di colore giallo crema nei maschi e di colore rosso arancio nelle femmine.
L'animale si lega al supporto attraverso la fibra di L-3,4-diidrossifenilalanina (DOPA), in Tarantino denominata "Zoca", studiata per la straordinaria resistenza alla trazione [1]
Riproduzione
La riproduzione avviene emettendo sperma e uova nell'acqua, dove avviene la fecondazione esterna.Le larve attraversano diversi stadi di sviluppo prima di diventare adulte, allorquando per mezzo del bisso, un filamento bruno che secernono e che si solidifica a contatto con l'acqua, sono in grado di fissarsi a rocce o supporti duri.
La sua vita media è di circa quattro anni e l'attività sessuale dura per tutta la vita. Ha una fecondazione incrociata.
Specie invasiva
- Quella del mitilo è inserita nell'elenco delle 100 specie aliene più dannose del mondo.
Utilizzo per l'alimentazione
Il mitilo mediterraneo è edule, ma il suo consumo richiede molte precauzioni poiché esso può essere facilmente ricettacolo di batteri e/o virus molto pericolosi, specialmente se cresciuti in zone marine prossime a scarichi urbani od in zone ove le correnti marine trascinano elementi provenienti da acque reflue. Infatti essi, come d'altro canto tutti i lamellibranchi, filtrano attraverso le loro branchie, una gran quantità di acqua trattenendone particelle e microorganismi in essa sospesi.[1] (Le cozze potrebbero essere utilizzate proficuamente nella biodepurazione dei reflui urbani infatti una singola cozza è capace di depurare 4 litri di acqua inquinata all'ora.[senza fonte]) Per i motivi suddetti è sconsigliabile l'uso invalso di mangiarli crudi, conditi con succo di limone. In alcune zone del meridione d'Italia questo modo di cibarsene è considerato, erroneamente, apportatore di effetti afrodisiaci. La credenza poi, che succo di limone spruzzato sul mollusco uccida i batteri è assolutamente infondata, dato che per eliminare tutti i batteri il succo di limone impiegherebbe diverse ore, o addirittura giorni[2]. Le patologie più comuni che possono insorgere a seguito di ingestione di mitili crudi cresciuti in acque non perfettamente sane sono: tifo, paratifo, colera ed epatite virale.[1]Da un punto di vista delle calorie contenute nella parte edibile del mitilo, si ha una media di 58 calorie[3] ogni 100 gr.[4] Significativo l'apporto dietetico di ferro, ammontante a 5,8 mg ogni 100 gr di parte edibile.[1]
Oggi essi sono oggetto di coltivazioni in vivai di allevamento distribuiti in tutto il Mediterraneo.
I pescatori tarantini che emigrarono nel 1800 le esportarono anche in città come La Spezia. Altri allevamenti di notevoli dimensioni si trovano nel territorio di Cagnano Varano, nel Gargano[5].
Molte sono le ricette gastronomiche per la cottura[6] (per sommi capi):
- in padella con vino bianco ed aromi vari, inclusi i gusci da gettare prima di servire
- come componente di spiedini
- fritti in pastella
- gratinati in forno con prezzemolo, aglio ed olio di oliva
In ogni caso nella cottura i mitili devono necessariamente aprirsi in modo tale da far fluire il calore nel cuore del mollusco uccidendo tutti i batteri, il che richiede idoneo tempo.
Denominazioni e tradizioni nelle regioni italiane
- Nel Centro-Sud, il termine "cozza" ha assunto recentemente un'accezione gergale e metaforica, di probabile provenienza romanesca, connotante una donna o ragazza decisamente brutta.
- In Campania, nel gergo dialettale corrente si pronunicia anche kòzzeca; in particolare a Napoli, il termine cozza o kòzzeca viene anche usato per connotare una donna di bassa cultura, rivelata dal particolare utilizzo di gergo troppo semplice e ricco di accenti tonici errati (computér invece di compùter). Sinonimi più arcaici dello stesso nome sono vaiassa, vasciaiola e vastasa. Il corrispettivo maschile, però, non è cozzo, ma cuozzo.
- Ad Ancona, alle pendici del Monte Conero, il mitilo viene chiamato mòsciolo. Il mosciolo selvatico di Portonovo (Presidio Slow Food) cresce tra il quartiere del Passetto e la spiaggia dei Sassi Neri di Sirolo ed è considerato un presidio di bio-sociodiversità dal Comune e dalla Provincia di Ancona. Il guscio del mòsciolo è caratterizzato da uno spesso strato di concrezioni ed è tradizione degli anconetani raccoglierlo sul fondale "facendo i fiati", ovvero in apnea. Il sapore del mòsciolo è più intenso di quello dei mitili d'allevamento.
- A La Spezia, ove la tradizione della coltivazione risale alla fine del 1800, il termine locale per indicare i mitili è "muscoli".
- In alcune zone della Sicilia le cozze vengono chiamate Cozzole di Messina; anche se effettivamente questo nome specificherebbe semplicemente i mitili provenienti dagli allevamenti situati in prossimità dello stretto (orientativamente caratterizzati da un sapore più deciso rispetto a quelli delle altre zone) il senso di questa definizione si è poi allargato facendo sì che con la parola cozzola si possano intendere vari tipi di mitili e con cozzola di Messina le cozze vere e proprie.
- Nei dialetti veneti il mitilo viene chiamato peocio o pedocio (generando, in quest'ultimo caso, omonimia con il termine dialettale per pidocchio).
- Nel dialetto di Comacchio le cozze vengono chiamate "denti di vecchia".
Note
- ^ a b c Achille Morricone e Vincenzo Pedicino, Dizionario dietetico degli alimenti, Milano, Garzanti editore, 1986, p. 533
- ^ Unione Nazionale Consumatori
- ^ 1 caloria = 4,178 joule
- ^ Achille Morricone e Vincenzo Pedicino, Dizionario dietetico degli alimenti, Milano, Garzanti editore, 1986, p. 534
- ^ Roberto Gismondi in Gismondi, Russo (a cura di), Il profilo turistico dei comuni del Parco nazionale del Gargano, FrancoAngeli, 2007, p. 186. ISBN 88-46483-87-1. URL consultato il 15-07-2012.
- ^ Alan Davidson, Il mare in pentola, (trad. di Elena Spagnol), Milano, Arnoldo Mondatori Editore, 1972. p. 224
Altri progetti
Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Mytilus galloprovincialis»
Commons contiene immagini o altri file su Mytilus galloprovincialis
Categorie:
| 
Il contenuto di questo testo è pubblicato sotto licenza
Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported License.Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le Condizioni d'uso per i dettagli. Wikipedia® è un marchio registrato della Wikimedia Foundation, Inc.
Il contenuto di questo testo è pubblicato sotto licenza
Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported License.Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le Condizioni d'uso per i dettagli. Wikipedia® è un marchio registrato della Wikimedia Foundation, Inc.
Nessun commento:
Posta un commento